I narcisisti, individualisti per eccellenza, quando si tratta di ‘mettere in mezzo’ qualcuno improvvisamente diventano degli eccellenti giocatori di squadra.
La messa a punto di un capro espiatorio
Il fenomeno del capro espiatorio può nascere a prescindere dalla psicologia della vittima. Esiste dunque un processo di ‘messa a punto’ della vittima, che viene provocata, manovrata, spinta all’errore. Il senso di colpa di questo tipo di vittima è solo la risultante delle forze agenti nella situazione, ed è uno dei fattori responsabili dell’emergere della criminalità (Eissler 1949).
Ecco il profilo dell’ARTEFICE-PROVOCATORE:
– è oppresso da un cattivo umore che deriva da un senso di insoddisfazione di sé;
– ha piani di superiorità esagerati;
– ha sensi di colpa non riconosciuti;
– tende ad adottare misure punitive severe;
– è pervaso da un senso narcisistico di integrità e superiorità morale della propria persona;
– teme i propri stessi scrupoli di autocondanna;
– alimenta l’orrore dei comportamenti del capro espiatorio con vera e propria bramosia voyeuristica;
– rigonfia tale orrore nella fantasia;
– cerca costantemente occasioni per assistere ad aggressioni ‘giustificate’, contestualmente alle quali degusta vicariamente il ‘frutto proibito’ (cioè l’aggressione, ndt).
Inoltre:
– ha tratti autoritari
– ha pregiudizi di qualche genere
– è ostile nei confronti di qualche minoranza ‘morale’
– disprezza le masse
Ogni volta che il capro espiatorio si concede di agire contro l’autorità, gratifica così facendo coloro che l’hanno provocato. In pratica fa il loro gioco.
Fonti bibliografiche
Eissler R S (1949), Scapegoats of society, in K R Eissler (ed), Searchlights on Delinquency, Imago.
Rey H with Taylor F K (1994), The scapegoat motif in society and its manifestations in a therapeutic group, in Rey H, Universals of psychoanalysis in the Treatment of Psychotic and Borderline States: Factors of Space-Time and Language, London: Free Association Books.
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